Dal 23 al 26 maggio a Milano, i rappresentanti delle associazioni che, in 27 Paesi (tra i quali anche la Svizzera), riuniscono le persone che hanno fatto l’esperienza di un tumore alla prostata, hanno festeggiato i primi 20 anni di attività di Europa Uomo.
L’incontro si è svolto a Milano dove, nel 2004, sono state gettate le basi per un impegno che, secondo Cosimo Pieri ha permesso a molte persone di affrontare il tumore alla prostata con maggiore consapevolezza e speranza e di contribuire a diagnosi e terapie «sempre più rispettosi della qualità di vita degli uomini e delle loro famiglie».
Nella sua ultima Newsletter, Europa Uomo Italia presenta alcuni momenti di queste giornate di lavoro e di festa, nel corso delle quali le origini del movimento sono state raccontate da tre fondatori.
Erik Briers ha ricordato che gli obiettivi che stanno alla base di Europa Uomo «sono validi ancora oggi». Secondo Alberto Costa, in tempi in cui nessuno sembrava interessarsi del tumore alla prostata, «l’idea di fondare Europa Uomo è stata suggerita dall’incredibile successo di Europa Donna, la coalizione europea contro il tumore del seno». Infine, Hein Van Poppel ha riconosciuto che l’impegno dei volontari di Europa Uomo ha spinto l’Associazione Europea di Urologia (EAU) verso un maggior coinvolgimento dei pazienti anche nell’elaborazione delle linee guida per la cura del tumore.
Come ricordato, Europa Uomo è presente anche in Svizzera e riunisce le associazioni di pazienti tra le quali anche PROCASI. La decima assemblea generale è in programma lunedì 24 giugno all’Istituto Paul Scherrer a Villigen Ost.