
Una diagnosi precoce e un approccio multidisciplinare (con attenzione anche agli aspetti psicologici) permettono di confrontarsi con il tumore della prostata ponendo tra gli obiettivi la cura ma anche la qualità di vita dei pazienti e dei loro familiari.
Il primo passo è informarsi e superare i tabù di una visita di controllo dall’urologo. Fin da giovani ma, almeno, dopo i 50 anni (dopo i 40-45 se ci sono casi di tumore tra i familiari).
Sono necessari percorsi di diagnosi precoce per poter trattare il tumore quando è ancora in stadio iniziale, con cure meno aggressive.
Queste le indicazioni emergono da un articolo dedicato alla qualità di vita delle persone confrontate con il tumore della prostata pubblicato nell’ultima Newsletter di Europa Uomo Italia (alla quale puoi iscriverti qui La nostra newsletter – Europa Uomo).
Anche in Ticino, il tumore della prostata è il più frequente fra i tumori maschili. Ogni anno ci sono circa 300 nuove diagnosi. Dal 2007 al 2021 sono state 3’991, quasi 1 su 4 fra le diagnosi di tumori maligni tra gli uomini (esclusi i tumori alla cute).
Questi dati confermano la necessità di «migliorare – anche in Ticino – i programmi di diagnosi precoce nonché di offrire quando possibile la sorveglianza attiva come primo trattamento e di implementare un approccio multidisciplinare» così come emerge da un’indagine promossa da Europa Uomo tra i pazienti in 32 Paesi.
Questa ricerca mette in luce anche un’altra realtà: l’incidenza «aumenta con l’età, ma, contrariamente a quanto si crede, il cancro prostatico non è solo un tumore dell’anziano perché colpisce anche uomini in età produttiva. I trattamenti attivi – chirurgia, radioterapia, chemioterapia e terapia ormonale – impattano, in modo diverso e più o meno significativo, sulla qualità di vita».
Il cancro prostatico non è solo un tumore dell’anziano perché colpisce anche uomini in età produttiva.
Anche per questo sono necessari «percorsi di diagnosi precoce per poter trattare il tumore quando è ancora in stadio iniziale, con cure meno aggressive».
PROCASI e il Centro prostata della Svizzera italiana (CPSI) si impegnano per raggiungere anche questi obiettivi. Ma il primo passo spetta a te.
Parlane con il tuo medico di famiglia!
Se del caso, lasciati consigliare da tua moglie o dalla tua compagna: noi maschi abbiamo molto da imparare dal loro impegno nell’informazione e prevenzione dei tumori al seno e agli apparati genitali.